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Tito Andronico.

Tragedia in versi in cinque atti di W. Shakespeare. Risalente forse al 1590, venne pubblicata nel 1594 e fece parte del Primo In-folio del 1623 (V. SHAKESPEARE, WILLIAM). Sebbene la paternità di Shakespeare sia stata in passato messa in discussione più volte, oggi la maggior parte dei critici concordano sul fatto che egli sia il vero autore dell'intera opera. Tra le fonti conosciute di T.A. sono state l'Ecuba di Euripide, Tieste e Le Troadi di Seneca e la versione redatta da Ovidio del Tragico racconto di Filomela (Metamorfosi, Libro XIII), nonché l'opera intera di Plutarco. La tragedia si compone di due parti. La prima si occupa del rientro a Roma di Tito dopo la sesta vittoria sui Goti. Con sé ha Tamora, regina dei Goti, e i di lei tre figli, il maggiore dei quali, Alarbo, viene sacrificato per vendicare i figli di Tito precedentemente morti. Tito viene proposto come nuovo imperatore, ma egli rinuncia a favore di Saturnino, figlio del precedente imperatore, al quale offre in sposa sua figlia Lavinia. Il fratello di Saturnino, Bassiano, rivendica Lavinia come propria e cerca di rapirla: Tito, sventato il piano, uccide per errore il proprio figlio Muzio. Saturnino a questo punto rinuncia a Lavinia e sposa Tamora la quale, con l'aiuto dell'amante Aaron il Moro, induce i propri figli Chirone e Demetrio a uccidere Bassiano (il cui cadavere è gettato in un burrone) e a violentare e mutilare Lavinia (le vengono mozzate lingua e mani). Aaron fa in modo che i figli di Tito, Quinto e Marzio, vengano accusati dell'omicidio di Bassiano, assicurando Tito che non saranno condannati solo se lui farà avere all'imperatore la propria mano mozzata: Tito accetta, ma la mano gli viene resa insieme alle teste dei figli. La seconda parte vede Tito scoprire chi ha violentato e mutilato la figlia e, insieme al fratello Marco e all'ultimo figlio sopravvissuto Lucio, preparare la vendetta. Lucio, lasciata Roma, vi ritorna con un esercito di Goti che catturano Aaron e il figlio da lui avuto da Tamora. Questa, insieme ai figli Demetrio e Chirone, si reca da Tito sotto mentite spoglie (rispettivamente Vendetta, Rapina e Assassinio) per convincerlo a invitare Lucio a un banchetto in casa sua, al quale parteciperanno anche l'imperatore e l'imperatrice con i figli. Riconosciutili, Tito, con l'aiuto di Lavinia, uccide i due giovani, cucina le loro carni e le fa mangiare a Tamora prima di ucciderla. Per pietà Tito pugnala anche Lavinia, ma viene ucciso da Saturnino, a sua volta ucciso da Lucio. Eletto imperatore, quest'ultimo condanna Aaron a essere seppellito fino al petto e a morire di fame.